il melanoma

Scopriamolo insieme

melanoma-stadi

Il melanoma cutaneo è un tumore maligno che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che si trovano nell’epidermide (lo strato più superficiale della pelle) e hanno il compito di produrre melanina, un pigmento che conferisce la colorazione alla pelle e protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari.

In condizioni normali i melanociti possono dar luogo ad agglomerati scuri visibili sulla superficie della pelle e noti come nei (o nevi); il tumore può quindi insorgere da un neo preesistente o da cute integra, e molto più raramente, dai melanociti posti in sedi extracutanee (occhio, meningi, orecchio interno, etc.). 

Esistono diversi stadi di gravità crescente, che variano in base allo strato cutaneo che interessa lo sviluppo del melanoma. In fasi iniziale infatti, interessa solo l’epidermide, andando a invadere progressivamente i vari strati di derma fino al raggiungimento dei tessuti sottocutanei.

Il melanoma cutaneo è piuttosto raro nei bambini e colpisce soprattutto la fascia d’età compresa tra i 45 e 50 anni, anche se l’età media alla diagnosi si è abbassata negli ultimi decenni.

A livello mondiale, si stima che nell’ultimo decennio il melanoma cutaneo abbia raggiunto i 100.000 nuovi casi l’anno: un aumento di circa il 15% rispetto al decennio precedente. È molto importante diagnosticare precocemente il melanoma in quanto è una malattia che può essere curata, ma se non individuato in tempo e non trattato, il melanoma può dare metastasi e diffondere ad organi vitali quali polmoni, ossa, fegato e cervello.

    Tra i principali fattori di rischio troviamo (Fonte: Ministero della salute):

    • – fototipo e pigmentazione cutanea: soggetti che si abbronzano poco o nulla e che  generalmente si scottano al sole, con carnagione, capelli e occhi chiari, presenza di lentiggini (fototipo 1-2). I soggetti con fototipo 1-2 hanno un rischio di melanoma doppio rispetto ai soggetti con pelle scura/olivastra e con occhi, capelli scuri/neri e fototipo 4
    • – familiarità: l’appartenenza a una famiglia in cui si è verificato almeno un altro caso di melanoma. Il 10% dei pazienti affetti da melanoma riferisce  almeno un altro caso nell’ambito della propria famiglia
    • – genetica: la mutazione nel gene CDKN2A. La probabilità di ereditare la mutazione aumenta in maniera proporzionale all’aumento del numero dei membri della famiglia affetti da melanoma
    • – numero nei: la presenza di numerosi nei acquisiti, oltre 100, o la presenza di 5 o più nei atipici, cioè di diametro superiore a 6 mm, bordo irregolare, colore variegato
    • aver già avuto in precedenza un melanoma: la probabilità cumulativa di sviluppare un secondo melanoma a cinque e dieci anni di distanza è  ispettivamente del 2,8% e del 3,6%
    • scottature solari durante l’infanzia e l’adolescenza
    • esposizioni al sole intense ed intermittenti
    • presenza di un neo congenito gigante

      Tipi-di-melanomaEsistono diverse tipologie di melanoma, i principali sono:

      • – la lentigo maligna (melanoma in situ) è una lesione a lenta evoluzione (si sviluppa in diversi anni) che si presenta come una macchia piatta non palpabile marrone che si manifesta, generalmente nei soggetti anziani sul viso.. Se non trattato può diffondere e dare metastasi; 
      • – il melanoma piano o sottile è la forma più frequente (70%) ed è caratterizzata da un tipo crescita superficiale; 
      • – il melanoma nodulare o cupoliforme rappresenta il 10-15% di tutti i melanomi. È una variante di melanoma a rapida evoluzione, se non trattato, con un alto rischio di progressione, a causa della crescita verticale, che velocemente consente alle cellule tumorali di invadere la cute a tutto spessore e di diffondere ai diversi organi; 
      • – il melanoma acrale-lentigginoso si sviluppa nelle zone acrali, ovvero poste alle estremità del corpo (palmo della mano, pianta del piede) rappresentando il 5% di tutti i melanomi. Questa tipologia di melanoma è l’unica forma che può insorgere in tutti i fototipi,  anche nei soggetti di pelle scura.

        tipi-di-neoLa regola dell’ABCDE è il primo passo per identificare una lesione sospetta:

        • – A come Asimmetria nella forma: ovvero dividendo in maniera immaginaria un nevo lungo il suo asse maggiore, le due metà derivanti devono essere sovrapponibili (un nevo benigno è generalmente circolare o comunque tondeggiante, un melanoma è più irregolare);
        • – B come Bordi irregolari e frastagliati;
        • – C come Colore variabile e disomogeneo (ovvero con sfumature diverse all’interno del nevo stesso);
        • – D come Dimensioni in aumento, sia in larghezza sia in spessore;
        • – E come Evoluzione del nevo che, in un tempo piuttosto breve, mostra cambiamenti di aspetto. Altri campanelli d’allarme che devono essere valutati da un medico sono un nevo che sanguina, che prude, che è circondato da un’area arrossata, o che comprende una formazione nodulare neoinsorta.

        Alcuni comportamenti possono ridurre il rischio di sviluppare tumori della pelle.

        È fondamentale innanzitutto esporsi al sole in maniera moderata e controllata fin dall’età infantile, evitando le ustioni. In generale bisogna proteggere la pelle evitando di esporsi durante le ore più calde (tra le 10 e le 16) ed evitando l’uso di lampade o lettini abbronzanti. Sotto il sole, o comunque durante attività all’aperto, è consigliabile indossare cappelli e occhiali da sole oltre ad usare creme protettive adeguate al proprio tipo di pelle, applicandole su tutte le parti scoperte prima ed ogni 2 ore, più volte in modo da assicurare una protezione continua.

        Queste attenzioni vanno riservate soprattutto ai bambini, molto sensibili alle scottature: il processo di trasformazione tumorale è molto lungo e spesso può derivare da un’alterazione che è avvenuta in età pediatrica.

        È inoltre necessario controllare periodicamente l’aspetto dei propri nei, sia consultando il dermatologo annualmente, sia controllandosi autonomamente allo specchio e facendosi guardare da un familiare nei punti non raggiungibili col proprio sguardo, con cadenza mensile. L’auto-esame mensile consente appunto di notare le variazioni di nevi preesistenti o l’insorgenza di nuovi elementi, in modo da rivolgersi al proprio medico in tempi brevi.

         

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